Un regalo di Natale, quello del 2017, da scartare insieme con Marisa e le sorelle Carmelitane Scalze del monastero di Santa Margherita Redi in Arezzo.
Un regalo che credo sia il più prezioso di tutti i doni. Abbiamo fatto un sacrificio, certo. Solitamente il S. Natale lo viviamo con gli affetti dei nostri cari, che quest’anno hanno disatteso la nostra presenza.
Del resto la ricerca di DIO non è cosa semplice. Quello che ci chiede non è nulla di scontato e di facile. Ci richiede sacrifici, di abbandonare la strada conosciuta per intraprendere un cammino tortuoso fatto anche di ostacoli. Vedere con il cuore. Vivere in DIO non significa camminare lungo strade con luci sfavillanti, proprio come sono le strade delle grandi città in questi giorni, al contrario. Per ricercare la luce ci si deve incamminare per esplorare vie che non si è mai percorso.
Lo scandire delle ore con la recita comune della sesta e dei Vespri. L’attesa trepidante della Veglia. Quella Veglia che è speranza e luce nell’attesa. Luce fioca ma calda delle candele portate nel palmo della mano destra dalle sorelle durante la liturgia, avvolte nel mantello color bianco per il tempo di festa. Quale miglior festa nell’annunciare la venuta del salvatore.
Che stupore e che gioia nello scartare un pacchetto che non lascia delusi del contenuto.
Scoprire che oltre alla messa della veglia vi è quella dell’aurora – quanta beata incosapevolezza nei miei 43 anni da cristiano.
E poi, alla fine della liturgia, come non ci si può scaldare il cuore in un tangibile e fraterno abbraccio di auguri con le sorelle Carmelitane, che a tal proposito oltrepassano la grata. Questo è amore e fratellanza che può arrivare solo attraverso l’opera di DIO.
Non posso che ricordare la madre del nascituro, la Madonna, in special modo qui ad Arezzo “la Madonna del conforto”. Ad un aretino toccategli tutto ma non la Madonna del conforto, che secondo la tradizione cattolica, sarebbe stata oggetto di un miracolo avvenuto ad Arezzo nel pomeriggio del 15 febbraio 1796.La Madonna è invocata nella chiesa con il titolo di avvocata. Io sono anche più pragmatico e invoco sr. Agata, Carmelitana Scalza con in tasca una laurea in giurisprudenza; e da qui il passo all’avvocatura è veramente breve ma sicuramente lei è già proiettata nelle aule eterne del tribunale di DIO.
Che piacere poterla conoscere e trascorrere con lei e le altre sorelle questi momenti del tempo di Natale.
Si ha bisogno di cose tangibili, di vedere e toccare con mano, e il presepe preparato con amore, semplicità e attenzione dalla sorella sacrestana, proprio il 24 di dicembre, non può non essere di aiuto al mio chiedere qualcosa di tangibile.
Il regalo ricevuto da sr. Myriam è la certezza che DIO esiste, basta osservarla – lo afferma con una naturalezza da farti ribaltare, in risposta ad una domanda posta da un’amica della comunità.
Sr. Myriam, con un’amore materno, si è preoccupata che io e Marisa fossimo stati “legati” in questi giorni di festa al ritmo incalzante del Carmelo, precludendo a noi la possibilità di visite turistiche del territorio aretino. La voglio subito rassicurare, ribadendo che non abbiamo mai avuto così tanta libertà nelle nostre scelte.
Grazie per questo S. Natale, che come voleva San Francesco, dev’essere ricco e abbondante portando soccorso a tutti. Invero, benché il Signore abbia operato la nostra salvezza nelle altre solennità, diceva San Francesco che fu dal giorno della sua nascita che egli si impegnò a salvarci.