Come un bambino che si addormenta cullato dalla sua ninna nanna. Un rito che risulta appagante in sé, capace di sprigionare carica tranquillizzante e coinvolgimento emotivo potente. Forse non lo ricordiamo in modo vivido, ma la ninna nanna è un ricordo scolpito in ognuno di noi. Ecco, la compieta mi ha fatto riaffiorare alla mente questo momento dell’infanzia. La Compieta è, nella Liturgia delle ore e nel Breviario, l’ultimo momento di preghiera della giornata, è l’ora che viene dopo i Vespri; è così chiamata perché compie le ore canoniche, e si recita prima del riposo notturno.
Che tenerezza e che bello concludere la giornata e andare a dormire accompagnati dalle parole che danno forza allo spirito, speranza e serenità. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. Poter riposare con quella preghiera liturgica che santifica le ore della veglia e della notte e continua a pregare mentre il corpo riposa.
Una preghiera intima che ci accarezza il cuore e ci mette in pace. Vi assicuro che vale più di 100 camomille.
Con la sicurezza che qualcuno veglierà sul nostro sonno. Perché Lui, il Signore, come una dolce mamma vicina al suo piccolo, non ci può abbandonare, nel sonno ci custodirà.
Sono un po’ cresciuto, rispetto agli anni della mia infanzia. Ora la mia ninna nanna, la Compieta, l’ho registrata per ascoltarla dal mio registratore digitale, ogni sera prima di andare a dormire. Che sicurezza che mi da poter ascoltare il Salmo 90. So che al mio fianco ci sono angeli che mi sostengono. Mi accompagnano in ogni mio passo e il mio risveglio sarà ancora più bello. La Sua fedeltà sarà il mio scudo.
Il canto delle monache che orchestrano la recita della Compieta al termine della giornata, accarezza i miei orecchi; quasi fosse il suono che fuoriesce senza fine da un carillon. È domenica sera, sono da poco passate le 20,15 e la chiesa attigua al monastero, vede la presenza mia e di Marisa, nella piena intimità con il Signore e in comunione con il coro delle monache che si intravedono dall’altra parte della grata. Intravedo la sagoma di alcune di loro e cerco di associare il suono del canto al loro viso. Cerco di dare un volto al canto divino che viene pronunciato dalle loro labbra. L’atmosfera è celestiale: una penombra di luci soffuse e il candeliere con le candele accese: una luce flebile ma rassicurante, perenne; quella che solo chi segue il Signore può trovare.
Non si può non pensare che non siano creature di DIO coloro che lodano il Signore con una voce dolce come il miele.
O Dio vieni presto a Salvarmi: cosa c’è di più bello nel sapersi rivolgere a quel DIO che ti può salvare e non per scherzo ma seriamente. Sulla strada del ritorno, la Compieta registrata al monastero di clausura è già diventato un file digitale in formato mp3, che accompagna me e Marisa sino alle porte di casa. Marisa mi chiede: “ non ti senti più forte”.
Certo, con la consapevolezza che il Signore ci aiuta in ogni situazione nelle sfide di ogni giorno, attraverso i suoi angeli ci custodisce in tutti i nostri passi. Sono infinitamente grato di aver scoperto l’esercito del Signore più bello del mondo.
Ascolta il Salmo 90 cantato nella compieta della domenica