Regalare e donare non sono sinonimi. Donare è un’altra cosa. I Magi portarono dei doni a Gesù bambino e non dei regali infiocchettati. Suor Maria Benedetta ci dona un uovo di marmo, che ha ricevuto insieme ad altre due uova, al suo ingresso in monastero. Il suo desiderio e la sua promessa, erano di donare singolarmente le tre uova, a persone conosciute durante la sua vita monastica. Siamo io e Marisa a ricevere insieme il terzo e ultimo uovo, di color verde, colore della natura durante le stagioni calde. L’uovo è simbolicamente un ciottolo dentro un torrente, con l’acqua che passa ogni giorno sopra questo ciottolo. È sempre un’acqua diversa a passare sopra questo ciottolo, ma è sempre acqua. Passa un giorno, passa due, passa tre, e mano a mano il ciottolo diventa sempre più liscio. Il ciottolo in sé non sta facendo niente, ma l’acqua (la parola del vangelo), leviga ogni giorno il ciottolo (noi). Liscia le nostre imperfezioni, facendo sbocciare la nostra umanità per essere sempre più creature con un cuore misericordioso. La convivenza con le altre persone (appunto tre uova) è un monito al rispetto e a non scontrarci con chi è al nostro fianco. Che doccia di amore in questo suo gesto. Ecco la prova tangibile di chi mette in pratica la parola di Gesù “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Oggi Suor Maria Benedetta ci ha donato la parola, penso mi correggerebbe con DIO si è donato attraverso di lei.Il dono della parola quale sigillo sulla fiducia, sul credere negli altri. Senza fede negli altri non c’è cammino di umanizzazione. Quanta verità nelle parole di Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose: “Ogni vita umana è istituita dal debito dell’amore, grazie al quale l’altro è colui del quale si è responsabili, una persona che, una volta incontrata, ha diritto a essere destinataria dell’amore in virtù della prossimità che si è creata.”
Dopo qualche ora dall’aver scritto “un dono speciale”, raggiungo Suor Maria Benedetta al telefono. Condivido con lei il mio pensiero. Mi raccomanda di approfondire che dare è ricevere in contemporanea. Dare e ricevere non sono veicolati su strade diverse, viaggiano sullo stesso canale. Il suo pensiero non poteva che abbracciare un’esperienza francescana: donandosi si riceve. Tutto ciò ci rende lieti nell’esserci donati a vicenda.