È venerdì 18 agosto 2017, ultimo dei cinque giorni di relax che io e Marisa ci siamo concessi dopo un anno di duro lavoro. Sono stati cinque giorni intensi vissuti in terra umbra, terra di santi. Giorni vissuti intensamente anche a causa delle condizioni cliniche della mamma di Marisa, in coma da ormai un mese.
L’incontro con Sr. Myriam è programmato da qualche settimana e i dettagli vengono con lei definiti nella giornata di lunedì 14 agosto. Ci si accorda per vedersi nella mattinata di venerdì 18 entro le 11.30 in quanto, subito dopo, le sorelle dell’ordine carmelitano dovranno rispettare l’ufficio divino dell’ora sesta. Arezzo dista da Perugia circa 1 ora e 10, pertanto chiedo a Sr. Myriam se sia possibile posticipare l’incontro e vederci nel primo pomeriggio. La mia richiesta viene accolta e lei scherzosamente mi risponde che farà decidere a Suo Marito.
Parto con Marisa da Perugia alla volta di Arezzo, intorno alle 11.30 sapendo che purtroppo le condizioni della mamma di Marisa stanno man mano peggiorando. Marisa vuole comunque andare all’incontro prefissato con suor Myriam e quindi raggiungere il Monastero di S. Teresa Margherita in Arezzo. Sarà la grande fede della mia compagna, la tappa al Carmelo è sicuramente per lei in questo momento particolare della sua vita, una fantastica medicina per l’anima.
Imboccata l’autostrada direzione Arezzo da circa una ventina di minuti, i chilometri si susseguono e scorrono come un fiume in piena. L’incontro era fissato nel pomeriggio dopo le 15.30 ma viste le condizioni precarie della mamma di Marisa, Sr. Myriam concede di vederci anche prima. Le indicazioni che mi suggerisce per raggiungere il monastero non hanno nulla da invidiare ai più aggiornati navigatori; Sr. Myriam è un portento anche in cartografia stradale oltre ad essere una grande comunicatrice della parola sacra.
Raggiunta Arezzo con le indicazioni ricevute dalla sorella carmelitana affiancate alla tecnologia del navigatore, ci portano senza alcuna difficoltà a villa Redi antica residenza estiva di una nobile famiglia fiorentina, attuale sede del monastero delle carmelitane scalze dedicato a S. Teresa Margherita. Le monache carmelitane scalze in latino Moniales Ordinis Carmelitarum Discalceatarum, sono religiose di voti solenni e costituiscono il secondo ordine dei frati carmelitani scalzi.
L’Ordine Carmelitano a differenza di quasi tutti gli altri ordini religiosi, non ha un preciso fondatore: alla sua origine sta infatti un gruppo anonimo di eremiti (forse ex-Crociati) che, verso il 1190, si ritirarono sul Monte Carmelo, in Palestina, per vivervi in solitudine, nell’ascesi e nella preghiera contemplativa, imitando il biblico Elia e seguendo gli eremiti che si trovavano appunto a vivere sul monte a lui caro.
Percorro con la mia Mini la strada sterrata che conduce all’ingresso del monastero, dove sulla destra del cancello d’ingresso si scorge una targa in plexiglass a fondo nero con la dicitura CARMELITANE SCALZE, eccoci ci siamo. Parcheggio l’auto sotto l’ombra di un grande albero posto lì da secoli per dare refrigerio. In questi giorni di metà agosto fa veramente caldo e il termometro non tarda a segnare i 39 gradi. Mi appresto a suonare il citofono accompagnato dal canto delle cicale a proprio agio con queste temperature. La porta si apre e come d’incanto eccomi con Marisa all’interno del Carmelo, di fronte a noi la ruota onnipresente (la ruota o rota degli esposti è una bussola girevole di forma cilindrica, di solito costruita in legno, divisa in due parti chiuse per protezione da uno sportello) nei monasteri di clausura – ruota in legno utile attualmente a far passare quanto portato dai pellegrini. Una voce ci indica che il parlatorio è alla nostra sinistra. La chiave d’ingresso viene posta nella ruota girevole così da poterci consentire l’apertura e il successivo accesso. Presa la chiave riposta nella ruota e aperta la porta indicata dalla sorella invisibile, una grande grata in ferro ci appare. Eccola Sr. Myriam, un sorriso avvolgente e una gran voglia di comunicare. Sembra di ritrovare una vecchia amica. Dolce serena e piena di vitalità: altro che sepolte vive. A proposito di comunicazione non l’ho accennato prima ma ho conosciuto la figura di Sr. Myriam e il Carmelo di Arezzo proprio attraverso un’intervista presente su YouTube. Nell’intervista rilasciata originariamente a TSD TV Arezzo, Sr. Myriam parla di S. Teresa Margherita del cuore di Gesù – Anna Maria Redi, quando fu canonizzata.
Apriamo un dialogo intenso seppur breve. Marisa le stringe amorevolmente le mani attraverso la grata per trasmettere affetto. Quell’affetto umano che avviene attraverso una stretta di mano (scambiamoci un segno di pace) ed è in grado di trascendere ogni contatto fisico.
Suor Myriam, con la benevolenza delle altre sorelle ci sommerge di doni: libri, cd con incisi i cammini di preghiera, immaginette varie e un ricordo speciale per la sorella Sr. Maria Benedetta (clarissa cappuccina) devota alla madonna del Carmine. Ci fa dono di due piccoli scapolari carmelitani; ne sono gioioso come un bambino in un negozio di caramelle. Lo scapolare del Carmine è sintesi di molti, anzi di tutti i più sicuri valori della pietà dei fedeli verso Maria. Ma quello che si percepisce oltre alla materialità dei doni, è la bellezza e la purezza del cuore con cui ci ha accolto e ci ascolta. Non ci inganni il luogo e la scelta di vita contemplativa ma Sr. Myriam è una monaca che denota una spiccata originalità e singolarità contemporanea. Esce dagli stereotipi immaginari comuni della rigidità claustrale, anzi, con lei si ha il coraggio, se di coraggio bisogna averne, di ascoltare insieme una canzone di Renato Zero e di trarre spunti dalle parole del testo canoro.
Talmente sono a mio agio, mi rivolgo a lei omettendo “suor” ma semplicemente chiamandola Myriam. Del resto qualche giorno prima in una sua mail mi chiamava affettuosamente fratellino.
È giunta l’ora di proseguire verso il nostro rientro in quel di Milano, con la certezza di ritrovarci a breve. Io e Marisa ne siamo convinti, lei ancor di più: “nel cuore di Dio restiamo sempre in contatto, in ogni momento. Vi do appuntamento ogni mattina, alla S. Messa delle 7.30. Quando prendo la S. Comunione, c’incontriamo lì. Vi abbraccio col cuore e la preghiera.”